IL RADON

Il Radon fa parte delle sorgenti naturali di radiazioni ionizzanti cui l’uomo è stato esposto fin dalla sua comparsa sulla terra.

Esistono tre isotopi(1) del radon, dei quali il più importante dal punto di vista dosimetrico è il Rn 222, prodotto dal decadimento(2) dell’ Uranio 238 presente ovunque nella crosta terrestre in concentrazioni variabili da luogo a luogo.

Il Rn 222 è un gas radioattivo chimicamente inerte, monoatomico, inodore, incolore, insapore, in grado di diffondersi dal punto di origine nei mezzi circostanti (aria, acqua).

Esso arriva più o meno facilmente in superficie, a seconda della permeabilità del terreno, e il suo rilascio nell’atmosfera esterna dipende da vari fattori tra cui la presenza di umidità nel terreno e le condizioni meteorologiche (temperatura, pressione, presenza di vento).

  • All’esterno il Radon e i suoi prodotti di decadimento sono diluiti nel grande volume dell’atmosfera e quindi la loro concentrazione è bassa.
  • All’interno degli edifici la concentrazione del Radon tende ad aumentare, e dipende da una serie di fattori: la concentrazione di Radon nel gas che fuoriesce dal suolo, la tipologia edilizia, il contenuto di Radon nelle acque impiegate per usi domestici, l’emanazione di Radon dai materiali da costruzione.

La più importante sorgente di Radon all’interno delle case è il suolo; da esso il gas penetra negli edifici principalmente attraverso crepe o fessure del pavimento del piano terra o del seminterrato (oppure direttamente, nel caso di assenza di pavimentazione); giunture tra pavimento e pareti; crepe nelle pareti degli interrati, giunture tra pavimento e tubature.

I locali seminterrati o al pianterreno sono quindi i più interessati dal fenomeno; la concentrazione invece tende a diminuire salendo ai piani superiori (all’aumentare della distanza dal suolo).

La penetrazione avviene principalmente a causa dell’ "effetto camino": la differenza di temperatura tra interno ed esterno, soprattutto durante la stagione fredda, e il vento, provocano una differenza di pressione tra l’interno dell’edificio (pressione inferiore) e l’ambiente circostante, in particolare il terreno sottostante, che induce un risucchio di aria più fredda contente Radon.

I materiali edilizi costituiscono una fonte rilevante di Radon solo nel caso di particolari materiali caratterizzati da un elevato contenuto di U 238e da un’elevata permeabilità (ad esempio il tufo).

Le acque per uso domestico forniscono un contributo significativo solo quando provengono da pozzi profondi situati in aree ad elevato livello di radioattività.

All’interno di una abitazione la concentrazione è soggetta a variazioni giornaliere e stagionali, dovute a diverse condizioni meteorologiche e alla ventilazione (ricambio d’aria).

Mentre il Radon, essendo un gas nobile, non si lega chimicamente e viene inspirato ed esalato senza interagire con i tessuti umani, i discendenti radioattivi del Radon si attaccano al pulviscolo atmosferico (polvere, vapore, fumo), vengono così inalati e, a causa della loro breve vita, decadono nel tratto respiratorio irradiando soprattutto i bronchi.

Attualmente si è a conoscenza del fatto che l’esposizione ai prodotti di decadimento del Radon aumenta il rischio di contrarre il cancro ai polmoni; l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato tali radionuclidi tra le sostanze cancerogene di gruppo 1, vale a dire quelle per cui vi è evidenza sufficiente di cancerogenicità sulla base di dati su essere umani (indagini epidemiologiche su lavoratori di miniere sotterranee).

 

COME PROTEGGERSI

È possibile proteggersi efficacemente dal radon. Nel caso in cui la misura sia maggiore di 150 Bequerel per metro cubo, alcune azioni di rimedio sono:

 

  • Effettuare una Misurazione Preventiva
  • Smettere di fumare, perché il fumo moltiplica il rischio radon;
  • Bonificare gli ambienti.

Vi sono diversi modi per ridurre la concentrazione di radon in un Ambiente

  • Ventilazione: Un aumento della ventilazione dell'ambiente diluisce il radon presente. Questo metodo si realizza con l'ausilio di un ventilatore. I problemi connessi con questo sistema sono legati alla necessità di recupero del calore nei mesi invernali. Il metodo è più adatto per applicazioni in ambienti di lavoro. Se già esiste un impianto può essere adattato oppure può essere installato uno ex novo.

 

  • Pressurizzazione dell'edificio: In questo caso si cerca di incrementare la pressione interna dell'edificio, in modo da contrastare la risalita del radon dal suolo. In pratica l'aria interna spinge il radon fuori dall'edificio. Anche in questo caso è necessario l'ausilio di un ventilatore.

 

  • Ventilazione del vespaio: Questo metodo è utilizzato quando è presente un vespaio al di sotto dell'edificio. Aumentando la ventilazione del vespaio si diluisce il radon presente e di conseguenza meno radon si trasferisce nell'edificio. L'incremento della ventilazione può essere realizzato aumentando il numero delle bocchette di aerazione ed eventualmente applicando un ventilatore. In alcuni casi la semplice pulizia delle bocchette di aerazione presenti porta ad un abbassamento della concentrazione di radon.

 

  • Depressurizzazione del suolo: Questa è la tecniche maggiormente consigliata in situazioni in cui la concentrazione di radon risulti molto elevata. Si tratta di realizzare sotto la superficie dell'edificio un piccolo ambiente per la raccolta del gas radon. Questo "pozzetto" viene collegato ad un piccolo ventilatore. In tal modo si realizza, all'interno del pozzetto, una depressione che raccoglie il radon e lo espelle nell' ambiente esterno impedendo, cosi', che entri all'interno dell'edificio.

 

  • Sigillatura delle vie di ingresso: Con questo metodo si tenta di chiudere tutte le possibili vie di ingresso. La sigillatura può essere a carico delle fessure, delle giunzioni pavimento-pareti, dei passaggi dei servizi, (idraulici, termici, delle utenze, ecc.), oppure a carico di tutta la superficie in contatto diretto con il suolo. Si utilizzano particolari materiali polimerici per la sigillatura parziale fogli di materiale impermeabile al radon per la sigillatura totale.

 

Per le Nuove costruzioni e' consigliabile comportarsi nei modi seguenti:

  • Nel caso si utilizzi la tecnica del vespaio o delle intercapedini, è sufficiente tenere presente di realizzare una buona ventilazione naturale per tutta la superficie di contatto suolo - edificio. Il numero delle bocchette di aerazione deve essere sufficiente a consentire un buon ricambio di aria (orientativamente una bocchetta ogni 2 metri lineari). In oltre è consigliabile il riempimento del vespaio con ghiaia. In aggiunta deve essere steso un foglio di materiale impermeabile al radon su tutta la superficie di contatto suolo - edificio. In tal modo la costruzione rimane predisposta per una facile installazione di un ventilatore nel caso la concentrazione risultasse elevata.

 

  • Nel caso, invece, non si adotti il vespaio si dovranno predisporre, al di sotto della prima gettata, uno o più pozzetti di raccolta, a seconda della superficie dell'edificio ( uno ogni 250 m2), collegati tra loro e collegati con l'esterno dell'edificio. Inoltre si dovra' stendere, sempre sotto la prima gettata, uno strato di ghiaia di circa 5-10 cm. Infine si dovra' stendere un foglio di materiale impermebile al radon. Anche in questo caso, nella eventualità si riscontrino elevate concentrazioni, potra essere collegato un ventilatore per l'aspirazione del radon dal o dai pozzetti.

 

Semplici lavori di bonifica consentono di ridurre l’ingresso di radon nella casa a livelli accettabili. I costi di bonifica variano da 500 a 3.000 euro . Un’opportuna aerazione dei locali può costituire azione provvisoria utile in attesa di interventi specifici.

 

Raccomandazioni sul Radon dell' EPA

 

NOTE

Isotopo: si definiscono isotopi due o più atomi di una stessa specie chimica che differiscono tra loro solo nel peso atomico, per la presenza di numeri diversi di neutroni nel nucleo (mentre il numero di protoni è lo stesso).

Decadimento radioattivo: trasformazione spontanea di un nuclide in un nuclide differente con emissione di una particella carica (a, b+, b-) e/o di radiazione elettromagnetica; dopo una o più fasi di decadimento si forma un prodotto finale stabile. Si definisce periodo di dimezzamento di un isotopo radioattivo l’intervallo di tempo dopo il quale la metà degli atomi originariamente presenti è decaduta (nel caso del Rn 222 il tempo di dimezzamento è di 3.82 giorni, mentre i suoi discendenti di interesse dosimetrico hanno vita molto più breve: Po 218 -> 3.05 minuti, Pb 214 -> 26.8 minuti, B 214 -> 19.7 minuti e Po 214 -> 164 micros). Il numero di disintegrazioni che avvengono in un secondo è detto attività, e si misura in Bq.

Bq = Bequerel – unità di misura dell’attività, corrispondente ad 1 disintegrazione in 1 secondo

Toron: si definisce così il Rn 220, isotopo del Radon discendente dal Th 232